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«Chiudere gli occhi per vedere meglio»

Paul Gauguin

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In concomitanza con l’inaugurazione della quarta edizione del Festival Tracce: Arte + Alterità + Altrove, che si terrà a Roma tra il 27 e il 29 novembre 2025, SIC12 artstudio – via Francesco Negri 65 – presenta la mostra «Quella strana illusione dell’occhio. Sogni e visioni nella collezione Giacosa-Ferraiuolo». La mostra, sostenuta dall’Assessorato alle Politiche Sociali del VIII Municipio di Roma e dalla ASL Roma 2, sarà visitabile dal 27 novembre 2025 al 28 febbraio 2026 previa prenotazione sul sito www.sic12.org.

Dopo le mostre «A Due», «Parole in cammino», «Corpo ricorda» e «La Casa», che presentavano altri nuclei tematici alla base della Collezione «Puentes» di Gustavo Giacosa e Fausto Ferraiuolo, «Quella strana illusione dell’occhio»riunisce un’ottantina di opere attorno alla quinta colonna tematica di questa singolare raccolta d’arte: il sogno.

In mostra, autori quali Félicien Rops, Jacques Callot, Hans Bellmer, Marcel Mariën, André Masson, Man Ray, Carlos Alonso, Frédéric Schröder-Sonnenstern, Charles Dellschau, Noviadi Angksapura, Marilena Pelosi, Julien Langedorff, Didier Boulestier, Stéphane Blanquet, Jean Michel Hannecart, Marcelo Bordese, Christine Jean, Antoine d’Agata, Carolle Benitah, Leon Levinstein, Mettraux, Blaise Hanquet, Paolo Paleotti, Rebecka Tollens, Marcelo Torretta e Oscar Suarez si affiancano ad alcuni artisti anonimi del XX secolo.

Gustavo Giacosa, assistito da Christine Jean, Debora Zafferano e Fausto Ferraiuolo, ha curato un percorso espositivo che riunisce artisti di diverse latitudini — art brut, arte contemporanea, arte antica — attorno a una delle risorse vitali più intime dell’essere umano. A occhi chiusi o a occhi aperti, compiuti o ancora in divenire, questi lavori evocano desideri, attese e paure che nutrono i nostri sogni. Perché sognare non è una semplice attività meccanica che compensa la fatica fisica o emotiva: sognare — e quindi desiderare — è un bisogno fondamentale, un modo di immaginare, proiettare, sperare. È un pane immateriale e poetico che ci sostiene, attivando le forze dell’immaginazione e del desiderio.

Il sogno notturno, proprio perché involontario, offre chiavi preziose per esplorare le pulsioni che attraversano la nostra quotidianità e per avvicinare i nostri fantasmi inconsci. Al di là dei periodi storici e delle categorie estetiche, gli artisti hanno fatto del sogno uno strumento per indagare e restituire diversi stati di percezione.

Attraverso un percorso immersivo, i visitatori sono invitati ad addentrarsi in una serie di sezioni tematiche che evocano l’esperienza onirica:

  1. Chiudere gli occhi, aprire delle porte

  2. Prendere il cammino, tracciare un paesaggio

  3. Rovesciamenti

  4. L’abbaiare delle chimere

  5. Delizie della carne

  6. Fantasmi, sognare l’aldilà

  7. Incontri inattesi

  8. Risveglio

Questa esposizione, in cui ogni opera è presentata come un sogno unico che concorre a formare un grande sogno collettivo, invita i visitatori ad addentrarsi in un viaggio intimo abbandonando le barriere della ragione.

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